Strage Borsellino, Fiammetta denuncia le anomalie delle indagini e dei processi: finti pentiti e vere omissioni





Fiammetta Borsellino riempie la scena. Spalle larghe e capelli corti biondi ed una voce calma, a tratti emozionata nel ripercorrere, con lentezza accattivante, le fasi successive ed immediatamente precedenti la strage di via D’Amelio del 19 luglio ’92 in cui morirono il padre e cinque agenti di scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. La figlia del giudice, seduta su un divano giallo e in tuta nera, ha elencato le “anomalie” dei processi istituiti per fare luce sulla morte del padre e lo ha fatto al “Caffè Internazionale ” di via Basilio a Palermo, in una atmosfera avvolgente. «Tutte le mie dichiarazioni sono supportate da prove contenute negli atti giudiziari».  Con questa premessa Fiammetta Borsellino ha aperto una labirintica trasposizione dei fatti che, nel silenzio più rigoroso, ha intrattenuto i presenti. Fatti, dunque, e mezze verità, nonchè sviste, volute, indotte, ingenuità istintive o sapientemente  premeditate.

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Pubblicato il: 20 Settembre 2017

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