Stipendi da fame per i lavoratori e dirigenti strapagati.





In Italia, secondo le ultime stime, il 18% della popolazione, circa 10 milioni di persone, non possono far cose come: andare in vacanza una settimana all’anno, scaldare adeguatamente la casa o avere una macchina, spendere dei soldi in attività ricreative, affrontare una spesa imprevista (come mal di denti e lavatrice guasta), in alcuni casi nemmeno mangiare regolarmente.E non stiamo parlando solo dei disoccupati, ma anche di quegli italiani che hanno un lavoro ‘regolare’, ma che sono comunque più poveri: lavorano tanto, una media di 9 ore al giorno, e guadagnano poco, troppo poco rispetto alla media Ue e soprattutto al costo della vita, alla pressione fiscale e al loro ‘dirigente’. Ormai non è più un segreto che la causa di tutti i mali è stato l’infausto passaggio dalla Lira all’Euro che ha dimezzato le buste paga e quadruplicato il caro vita! Però le responsabilità di uno stato sociale allo sbando e la svalutazione del lavoro non è solo colpa di Bruxelles, ma soprattutto della nostra ‘classe dirigente’. Un esempio su tutti: la Ue ha stanziato 70 miliardi dal 2014 al 2020, ma gli italiani ne hanno usati solo 2,5 miliardi. L’occasione persa dei ‘fondi strutturali’ la spiega Simone Filippetti, giornalista del Sole 24. Insomma, dirigenti strapagati, ma inadeguati e incapaci di beneficiare dei fondi Ue, di tutelare salari, pensioni e risparmi degli italiani, e altresì indifferenti a motivare – anche economicamente – chi lavora e s’impegna.

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Pubblicato il: 19 Dicembre 2017

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