
Partiamo da una verità: i vari cantanti coinvolti e citati in questa vicenda non hanno nessuna colpa per quel che è successo. Le responsabilità, infatti, sono tutte di alcuni imprenditori che gestivano (fino a ieri) alcune aziende che sfruttavano la mano d’opera di migranti, richiedenti asilo e profughi per gestire la sicurezza durante alcuni grandi eventi musicali in giro per l’Italia. I carabinieri di Reggio Emilia hanno portato a termine l’operazione ‘Security Danger’ che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati un imprenditore modenese e uno di Bologna. Nell’ambito della stessa inchiesta, una madre e suo figlio (entrambi pregiudicati), campani ma residenti a nel reggiano, sono finiti in carcere. Le accuse contro di loro, oltre a quella di false certificazione di sicurezza, sono di sfruttamento della mano d’opera sottopagata di migranti e richiedenti asilo
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