
Nel ‘900 l’avremmo chiamata “egemonia culturale” . Termine ostico, usato da Antonio Gramsci , per definire il processo tramite il quale una classe, una fazione politica o un gruppo di potere, riesce a inculcare il proprio credo e il proprio sistema di valori ad altri gruppi, fino alla loro completa interiorizzazione. Eppure, non c’è forse tuttora concetto più appropriato per spiegare in un vertice europeo tormentato, sempre più piegato dai risentimenti nazionali, anche se i sovranisti veri sono, in larga parte, a casa.
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