Nella vicenda ILVA la nemesi del renzismo?





di Enzo Sanna. Continuiamo ad assistere pressoché giornalmente alla propaganda renziana, ben spalleggiata da buona parte dei TG pubblici e privati, circa i presunti vantaggi di cui l’intero “popolo” italiano avrebbe beneficiato grazie al Jobs Act, per scoprire che, spurgando le cifre dalla reclame di parte, si palesano l’aleatorietà quanto le mistificazioni insite nei dati propinati al “popolo bue” nel tentativo di convincerlo del bene che gli sarebbe stato donato.Purtroppo per i propagandisti di professione, coadiuvati da sempre meno motivati volontari, ogni tanto l’imbroglio delle cifre viene svelato persino dalle fonti ufficiali. È il caso dell’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica, che deve ammettere di computare tra i lavoratori occupati coloro che “abbiano svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura”. Su quel “in natura” ci sarebbe da ricamare a iosa, ma l’argomento è talmente serio da far apparire sconveniente qualsiasi considerazione, seppure di stampo satirico. Ciò che invece interessa analizzare è il principio dell’occupato a ore. Per i tecnici di rilevazioni statistiche per conto dello Stato se un disoccupato viene chiamato, ad esempio, da un gestore di bar a scaricare casse di birra per un’ora di un lunedì mattina e per tale prestazione è stato retribuito, sia in euro contanti, sia con due bottiglie di birra, assurge come per incanto alla categoria degli occupati.

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Pubblicato il: 13 Ottobre 2017

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