
Lo sgombero del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto è una pagina terribile della cronaca di questi giorni: un esempio di integrazione, di successo, di volontariato che chiude i battenti per colpa di un decreto chiamato sicurezza. Sicurezza che però adesso i richiedenti asilo ospiti non hanno più: in mezzo alla strada, sotto la pioggia e senza una garanzia di avere un tetto. Sono tante le storie di questo tipo, ma una delle prime a raccontarla è Mouna, giovane somala di 25 anni che adesso è stata accolta nella casa del primo cittadino. Lei ha lasciato i suoi due figli a casa con la famiglia, ha attraversato il viaggio dell’orrore, le violenze in Libia, la paura in mare. E ieri era lì. Con il cancello che si chiudeva alle sue spalle, con la giacca di pelle, la testa coperta con una pashmina grigia e un grande borsone sulle spalle.
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