Mose, sequestrato il ‘tesoretto’ all’estero dall’ex governatore del Veneto Galan





La Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro di 12,3 milioni di euro riconducibili alle tangenti ricevute – per questo reato è ancora sotto processo, nonostante il patteggiamento e la condanna in primo grado, e agli arresti domiciliari – da Giancarlo Galan per la realizzazione del Mose, l’opera installata nella laguna di Venezia. Secondo il Gip, che ha dato l’autorizzazione al blocco dei beni individuati all’estero, quei soldi erano stati reinvestiti oltre confine. Il tutto è partito ricostruendo i movimenti del commercialista dell’ex governatore della Regione Veneto. Il sequestro è stato di 12,3 milioni di euro ed è stato eseguito dalla Polizia economico finanziaria di Venezia, su ordine del Gip di Venezia, nell’ambito di un’indagine per riciclaggio internazionale ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riguardante il reinvestimento all’estero delle tangenti incassate dall’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan. Sequestrati 12,3 milioni di euro riconducibili a Giancarlo Galan Nell’indagine, che coinvolge sei persone, sono coinvolti due commercialisti padovani nel ruolo di prestanome. I finanzieri hanno allargato il raggio dell’indagine partito da Galan e giungendo ad altri imprenditori veneti, grazie all’esecuzione di una rogatoria in Svizzera.

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Pubblicato il: 11 Aprile 2019

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