
Uno dei film più attesi a questa trentacinquesima edizione del Torino Film Festival era sicuramente Morto Stalin se ne fa un altro (The Death of Stalin), e l’attesa è stata ripagata con un film satirico di altissimo livello, recitato da un cast di primordine e che tiene lo spettatore incollato sulla poltrona per le quasi due ore di film, a districarsi tra i retroscena della Storia, ridendo amaramente. Morto Stalin se ne fa un altro, sinossi Siamo alla fine dell’epoca del terrore di Stalin e il grande vecchio si trova sul letto di morte. Questa situazione scatena tutti gli avvoltoi del politburò in una serrata lotta alla successione, tra ortodossia di partito, corsa al potere, imbarazzi e residui di un’epoca di terrore e soprattutto meschinità, debolezze umane e comicità involontaria nel vedere tutte queste cose sommate insieme in personaggi solo all’apparenza irreprensibili e di grande statura politica. Morto Stalin se ne fa un altro, impressioni e commenti Morto Stalin se ne fa un altro, traduzione un po’ imbarazzante di The Death of Stalin, è un film che affascina, perché la comicità nera di Iannucci, il suo voler descrivere la meschinità dell’essere umano che si cela dietro la facciata dei regimi totalitari è intelligente, divertente e, sfortunatamente, molto rara di questi periodi sia al cinema, sia in televisione.
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