google_ad_client = “ca-pub-2863930932264280”; google_ad_slot = “9391970030”; google_ad_width = 336; google_ad_height = 280; Wim Wenders, ormai habitué della Mostra di Venezia, porta quest’anno al Lido la sua nuova opera in 3D: Les Beaux Jours d’Aranjuez. Wenders spiega cosa lo abbia spinto a trattare un argomento come le differenze fra uomini e donne: “La storia dell’umanità inizia proprio da questa differenza con un uomo, una donna e una mela. La differenza fra i generi ha portato guerre, conflitti, ma anche la cosa più bella del mondo cioè l’amore.” Sulla scelta del 3D, il regista tedesco fa notare come il film sia ambientato in un giardino che sembra un paradiso: “Cercavo un posto in cui girare senza essere interrotto, con il solo rumore del vento e degli uccelli” spiega Wenders, secondo cui il 3D era il modo migliore per trasportare il pubblico in quello stesso luogo. Una tecnologia non nuova al regista, che è però convinto di non averla mai utilizzata così abilmente, riuscendo a trasmettere pace.
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