
Essere giornalista e non avere le limitazioni – con tanto di sanzioni – che sono previste dall’iscrizione all’ordine. Luigi Di Maio è molto fortunato, perché è uno dei pochi giornalisti – l’ultimo caso precedente fu quello di Rocco Casalino e il suo audio contro i tecnici del Mef – ad aver avuto solamente gli onori e non gli oneri dell’essere un giornalista. Il consiglio di disciplina dell’ordine regionale della Campania, infatti, ha archiviato la posizione del leader del Movimento 5 Stelle dopo i suoi insulti ad alcuni rappresentanti della categoria pronunciate ai quattro venti nel giorno dell’assoluzione di Virginia Raggi. «La sua condotta è riconducibile non al giornalista iscritto all’albo dei pubblicisti, ma al suo ruolo di parlamentare, così come evidenziato dall’avvocato Lojacono che lo ha rappresentato», spiega il consiglio di disciplina della Campania. Luigi Di Maio era stato convocato proprio oggi in sede a Napoli, ma per impegni istituzionali all’estero ha inviato una memoria difensiva attraverso il suo legale
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