
L’espressione “bimbi in fasce” è ancora oggi molto comune, e si riferisce alla pratica, che fino gli anni ’60 veniva utilizzata anche da noi, di fasciare i bambini in un lenzuolino piegato a triangolo: allora i neonati venivano fasciati perché si pensava che questa pratica raddrizzasse le gambine, ma le “fasce” avevano anche una funzione calmante, perché ricreava la costrizione dell’utero materno.Sì, avete letto bene, costrizione: per quanto, infatti, questa pratica sembri essere tornata di moda, è opportuno sottolineare come medici e pediatri la sconsiglino, in quanto ha effetti deleteri sullo sviluppo delle anche e rischia di creare al bambino un eccessivo surriscaldamento.Eliminate le fasce, però, resta il fatto che le tecniche contenitive sono un valido alleato per le mamme.Il sacco nannaAnche se la fasciatura è una pratica da evitare, ai neonati fa comunque piacere, specialmente durante la nanna, trovarsi in un ambiente un po’ ristretto. L’alternativa più valida alle fasce è quindi il sacco nanna. A tutte voi sarà sicuramente capitato di vederne uno: è un sacco un po’ più grande del bambino, che può avere bretelle o maniche ed essere fatto di un materiale più o meno pesante.Il suo periodo di utilizzo ideale è dai tre ai sei mesi di vita del bambino: oltre a ricordare al neonato l’ambiente all’interno dell’utero materno, e quindi a farlo sentire più sicuro, il sacco nanna può essere una valida alternativa a coperte e lenzuola perché il piccolo non rischia di scivolare sotto di esso o di rimanere aggrovigliato.L’abbraccio contenitivoPer i bambini già più grandicelli, invece, un metodo efficace per affrontare i momenti di inquietudine e di rabbia è quella dell’Holding, o abbraccio contenitivo: un linguaggio sereno, ma fermo, e un abbraccio sono gli strumenti necessari per praticarlo.Invece di urlare, mettere il bambino in punizione o ignorarlo, gli si parla guardandolo direttamente negli occhi e lo si abbraccia anche se lui fa resistenza.
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