Il Non Senso della Vita 3.0 di Piergiorgio Odifreddi – Facciamo i conti con Verne





Jules Verne è uno dei pochi romanzieri, per non dire l’unico, che ha fondato le proprie ardite invenzioni letterarie su solide basi scientifiche. A volte è addirittura arrivato a inserire nei suoi libri non solo formule isolate, ma interi capitoli di divagazioni matematiche, che per la maggioranza alfabetizzata dei suoi lettori costituiscono probabilmente soltanto degli ostacoli da saltare a piè pari, ma per una minoranza numerizzata forniscono sicuramente un valore aggiunto ai suoi Viaggi straordinari.In vari romanzi Verne ha lanciato proiettili nello spazio con dei cannoni, tenendo doverosamente conto della velocità di fuga necessaria per superare l’attrazione della Terra sulla sua superficie, e più in generale l’attrazione di un corpo di massa M a una distanza r dal suo centro. Nel capitolo IV di Attorno alla Luna (1870), intitolato “Un po’ d’algebra”, si trova una discussione di quella che all’epoca si chiamava equazione delle forze vive, e oggi si chiama teorema dell’energia cinetica: il fatto, cioè, che la somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale di un corpo rimane costante durante il suo percorso.Poiché la velocità di fuga di un corpo di massa m soggetto alla sola forza gravitazione è per definizione quella che gli permette di arrivare all’infinito con velocità nulla, alla fine del percorso sono nulle sia l’energia cinetica (mv^2/2) che l’energia potenziale gravitazionale (-GMm/r). Dunque, anche agli inizi dev’essere nulla la somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale, il che significa che v dev’essere uguale alla radice di (2GM/r), o equivalentemente alla radice di 2gr,dove G è la costante gravitazionale universale e g l’attrazione gravitazionale del corpo di massa M alla distanza r

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Pubblicato il: 29 Novembre 2017

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