Gli effetti del Jobs Act? Meno contratti stabili e più licenziamenti, praticamente, un disastro!





A circa un anno dal Jobs Act, oggi si cominciano a contare i danni che ha provocato quel provvedimento che ha cancellato con un colpo di spugna l’Articolo 18, pretendendo così di risolvere il problema della disoccupazione: crollano i contratti a tempo indeterminato, aumentano i licenziamenti e le domande di disoccupazione all’Inps, crollano le richieste di cassa integrazione e cresce il precariato. In buona sostanza il mondo del lavoro è in ginocchio e chi un posto di lavoro ce l’ha deve accontentarsi di lavorare tante ore al giorno, troppe, per poi percepire uno stipendio di gran lunga inferiore alla media delle retribuzioni europee! Nei primi tre mesi del 2017 sono stati attivati quasi 400.000 contratti a tempo indeterminato (398.866 per la precisione, comprese le trasformazioni) con un calo del 7,4% sullo stesso periodo del 2016. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato, sottolineando che le cessazioni di contratti stabili nello stesso periodo sono state 381.329 e che quindi il saldo resta attivo per 17.537 unità (in calo rispetto al saldo positivo di 41.731 dei primi tre mesi 2016 e di 214.765 dei tre mesi 2015 quando erano previsti sgravi contributivi totali)

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Pubblicato il: 18 Maggio 2017

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