Desirée Mariottini: Cade l’aggravante di “cessione a minore”, ma Mancini resta in carcere





Marco Mancini, l’italiano 36enne accusato di aver dato il mix letale di droga che ha ucciso Desirée Mariottini, ha respinto ogni accusa durante l’interrogatorio di convalida del fermo. «Io non ero lì quella notte e comunque non ho dato la droga a Desiree» avrebbe detto davanti al gip. Mancini respinge le accuse, ma resta in carcere Concluso l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli per la convalida del fermo e dell’ordinanza di custodia, la decisione del Gip Maria Paola Tomaselli è che Manicini resterà in carcere, ma cadrà l’aggravante della cessione di sostanza stupefacente ad un minore. Secondo quanto dichiarato dall’accusato, lui non era presente quella notte in via dei Lucani, e non sarebbe stato lui a consegnare il mix mortale di droghe e psicofarmaci al gruppo di immigrati accusati di aver abusato sessualmente della giovane ragazza. Chima e Minteh, cade l’aggravante della violenza di gruppo. Nei giorni scorsi  i giudici del tribunale della libertà avevano derubricato l’accusa di violenza sessuale nei confronti di Alinno Chima e Brian Minteh, per cui permane l’accusa di spaccio

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Pubblicato il: 14 Novembre 2018

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